Ugo Tognazzi. Storia, stile e segreti di un grande attore è un volume illustrato che vuole rendere omaggio alla carriera di uno volti simbolo della commedia all’italiana. L’edizione in questione vede il lavoro congiunto di Mario Sesti (testi) e Luisa Mazzone (illustrazioni). Proprio a Luisa Mazzone abbiamo rivolto alcune domande su quest’ultimo progetto e non solo.
Dalla mostra alla Biennale di Venezia nel 2015 ad oggi, da Pasolini a Ugo Tognazzi, cos’è cambiato per te in questi anni?
Nel 2018 ho lavorato al mio secondo libro illustrato edito da Edizioni Sabinae. Il volume è stato pubblicato in occasione della retrospettiva “Ugo Tognazzi”, organizzata da Luce Cinecittà che si è tenuta al M.o.M.A a Dicembre 2018. È stato inoltre presentato all’Istituto Italiano di cultura di New York ed è stato apprezzato non solo dalla stampa locale ma anche da quella estera.
Quando e come nasce il sodalizio artistico con Mario Sesti? Continuerete a collaborare in un futuro prossimo?
Diversi anni fa ho proposto a Mario Sesti la mia idea di voler sviluppare dei libri illustrati che raccontassero il cinema italiano attraverso il disegno. Ho realizzato alcuni disegni ispirati a diversi film pasoliniani e nel 2015 abbiamo collaborato per il primo libro Pasolini. Il Cinema in 20 Tavole, promosso dal MiBact in occasione delle celebrazioni ufficiali per il 40° anniversario della morte del regista. A settembre dello stesso anno ho esposto per la 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia in una mostra dal titolo 10 Tavole per Pasolini, la quale era parte di un festival itinerante che coinvolse le biblioteche romane. L’evento è stato realizzato da CityFest – il programma di appuntamenti annuali della Fondazione Cinema per Roma – in collaborazione con Biblioteche di Roma. Sicuramente si, la nostra intenzione è di proseguire e di raccontare per immagini altrettanti registi o attori del panorama italiano e magari anche internazionale.
Diplomata in Scenografia, Arredamento e Costume ma anche illustratrice e docente di disegno, è quello che sognavi di fare da grande?
Sì, negli ultimi anni mi sono avvicinata al mondo dell’illustrazione dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma come allieva di Piero Tosi. Ho iniziato così a lavorare nell’editoria come illustratrice, trasformando la passione per il disegno in una vera e propria professione. Contemporaneamente tengo corsi di illustrazione, scenografia e colorazione digitale in scuole private ed insegno Disegno e Storia dell’Arte in quelle statali.
La straordinaria versatilità di Ugo Tognazzi la si evince anche dalla sua sterminata filmografia. C’è un suo film a cui ti senti più legata?
Il fischio al naso, un film commedia del 1967 diretto da Ugo Tognazzi. I personaggi che interpreta raccontano l’affanno continuo del travestimento, dell’elasticità dell’io che cerca sempre l’accettazione e approvazione degli altri e della società, ma il suo sguardo ci comunica sempre la profonda sfiducia, la vanità malinconica, lo scetticismo disperato nei confronti di una esistenza che si fondi sulla nostra capacità di adeguare noi stessi al mondo grazie alla nostra apparenza.
Parlando invece della realizzazione tecnica delle tavole per il tuo ultimo lavoro, come hai operato? Sei partita dai fotogrammi estrapolati da alcune scene delle pellicole in questione?
Abbiamo fatto una selezione dei fotogrammi più rappresentativi dei film scelti dal M.o.M.A per la rassegna cinematografica. Per ogni film che ho raffigurato con una serie di illustrazioni digitali che rappresentassero al meglio i film selezionati, è stato scritto un commento critico da Mario Sesti. Per entrambi i volumi realizzati, il mio obiettivo era quello di creare dei prodotti editoriali originali e nuovi, non dei tradizionali libri di cinema per studiosi, critici o accademici, ma qualcosa che spiegasse e portasse l’intelligenza, la bellezza, la forza del cinema di Pasolini e Tognazzi anche ad un pubblico di lettori che si avvicinassero per la prima volta al cinema. Unendo le mie due più grandi passioni, la scenografia e l’illustrazione, ho ritenuto che solo attraverso il disegno, linguaggio universale per eccellenza, si potesse divulgare in maniera semplice ed immediata la filmografia di entrambi.
Fra tutti i disegni realizzati per il volume, qual è stato quello più difficile? E invece quello più ‘’immediato’’?
I disegni che hanno richiesto maggiori elaborazioni sono stati quelli per La grande abbuffata, un film franco-italiano del 1973 diretto da Marco Ferreri. Al contrario quello più immediato è stato quello realizzato per La stanza del Vescovo, film del 1977 diretto da Dino Risi e tratto dal romanzo omonimo di Piero Chiara.
Hai operato nel mondo del cinema, passando per mostre d’arte e scuole, c’è qualche campo non ancora solcato in cui vorresti sperimentare e metterti in gioco? Quali i progetti in cantiere?
Vorrei lavorare come colorista digitale per il mercato editoriale del fumetto. Con un amico disegnatore stiamo lavorando sulla trasposizione dell’ultimo e incompiuto film pasoliniano: Il Porno Teo Kolossal in graphic novel, progetto del tutto inedito. Nel 2017 siamo stati selezionati dalla Regione Lazio per il contest 100 storie di creatività, risultando tra i dieci finalisti nella categoria illustrazione/fumetto. Alcune tavole del progetto sono visibili all’interno del sito www.laziocreativo.it.