In Ti presento Sofia di Guido Chiesa, la frizzante attrice romana Chiara Spoletini ha debuttato sul grande schermo accanto a Fabio de Luigi e Micaela Ramazzotti: “Il mio personaggio, Piera, è una ragazza innamorata della vita, che combina un guaio dietro l’altro e non sa gestire la propria vita sentimentale. Sono felice che il mio primo ruolo al cinema sia stato brillante. Mi sono sempre sentita più attratta dal dramma ma sono convinta che il comico e il drammatico siano due facce della stessa medaglia. Non credo che un attore possa eccellere in una sola direzione: è l’andare a fondo con l’emotività – in una dimensione dolorosa o leggera – che fa funzionare l’ingranaggio”.
[questionIcon] Come è stato esordire al fianco di alcuni tra i volti più noti del cinema italiano?
[answerIcon] È stata un’esperienza stimolante, che desideravo con tutta me stessa. Lavorare con professionisti è l’opportunità migliore che possa capitare. Padroneggiano ciò che fanno, sono solidali e questo fa sì che lo stress e l’ansia da prestazione scompaiano. Micaela Ramazzotti e Fabio de Luigi mi hanno fatta sentire in famiglia. Guido Chiesa, poi, è scrupolosissimo e determinato: sa esattamente cosa vuole dai personaggi e quali sfumature desidera all’interno di una stessa battuta. Le mie scene, pur non essendo lunghissime, erano approfondite sotto ogni punto di vista.
[questionIcon] Accennavi che ti senti più portata per il dramma. Interpretare un personaggio comico ti preoccupava?
[answerIcon] No, affatto. Ho guardato alla comicità come a una possibilità appassionante di arricchire il mio universo emotivo (cosa che cerco di fare costantemente). Prima del film ci ho riflettuto: l’attore deve lasciarsi andare e spogliare la battuta da ogni stress. Serenità e leggerezza sono le prime regole da tenere a mente. Anticipare il risultato o preoccuparsi di ‘far ridere’ sono preconcetti che incidono negativamente sul tempo comico. E ti dirò: da grande voglio fare il clown! Intendo che mi piacerebbe saper maneggiare le emozioni con la sua facilità, rendermi vulnerabile agli stimoli esterni. È un codice che, a parer mio, va assolutamente esplorato e approfondito.
[questionIcon] In un momento in cui le luci della ribalta sono puntate prevalentemente su talenti poco più che ventenni, che effetto fa esordire a un’età più adulta?
[answerIcon] Questo ruolo, a dire il vero, è arrivato in un momento ideale. Ho studiato tutta la vita, oggi ho 32 anni ed ero pronta a farmi valere, facendo tesoro di consapevolezze vecchie e nuove. Fosse successo prima, probabilmente, mi sarei buttata incoscientemente in qualcosa di più grande di me. La preparazione è fondamentale: bisogna avere attitudine al lavoro e alla disciplina, altrimenti si rischia di prendere questo lavoro con leggerezza e cadere nell’approssimazione. Il rifiuto avvilisce, non lo nego. Ma tutte le porte chiuse del passato hanno acceso in me quella grinta a impegnarmi sempre più per migliorare. Spero, però, che Ti presento Sofia sia soltanto l’inizio.
[questionIcon] Parliamo di un altro progetto importante, cioè Maxi: docu-fiction che racconta il Maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra istituito da Falcone e Borsellino.
[answerIcon] Io, Giovanni Guardiano e Fabrizio Colica interpretiamo tre ragazzi inviati dalla RAI a raccontare il processo. Graziano Conversano, il regista, ci ha lasciato molto spazio per improvvisare, per approfondire le scene dall’interno. Teresa, il mio personaggio, è una montatrice e assistente alla regia; spesso dovevo interagire con filmati documentari che non erano davanti ai miei occhi, perché sarebbero stati inseriti in post produzione. Immaginare quello che non c’era, commuoversi e reagire, è stata una bella sfida. Essere al servizio di una storia così importante è una responsabilità immensa, anche perché è un argomento a cui tengo moltissimo. Da anni porto in giro per l’Italia lo spettacolo teatrale Donne e Mafia e ho imparato che se riesci a catturare l’attenzione anche di un solo ragazzino concentrato sul suo cellulare, è una vittoria. Lo hai avvicinato alla problematica e magari si documenterà.
[questionIcon] E adesso, che cosa ti aspetta?
[answerIcon] Voglio cimentarmi in quanti più provini possibile, mettermi alla prova anche in ruoli che mi spaventano, o apparentemente semplici (spesso sono proprio quelli che ti prendono in contropiede!). Voglio incontrare professionisti con i quali poter avere uno scambio, perché so che ne uscirei arricchita. Penso al corso di Commedia dell’Arte che ho frequentato con Claudio de Maglio o a quello di Pierfrancesco Favino a La Maddalena. Dopo, ero completamente cambiata come attrice. Naturalmente continuerò a studiare. Credo nel lavoro, trovo ispirazione da ogni esperienza e anche da artisti che non mi piacciono. Mi chiedo perché li critico o perché non farei come loro… Spesso finisco per ricredermi!