Disponibile a partire da oggi, giovedì 18 febbraio 2021, su Amazon Prime Video il film L’amico fragile, diretto da Salvatore Vitiello e distribuito da Direct to Digital.
L’amico fragile è la storia di un padre segnato da un tragico avvenimento. Walter è un noto scrittore ed è convinto che suo figlio Simone si sia suicidato a causa sua. Il suo lutto si intreccia però alla storia di due ragazzi di vent’anni, che inseguono la felicità lottando contro il bigottismo patriarcale. Dopo due anni dalla morte del figlio, Walter decide di tornare nella casa in mezzo al bosco luogo della disgrazia, deciso a porre fine alla sua sofferenza. Là scopre raccapriccianti verità su cosa veramente si nascondeva dietro alla morte del figlio. Trainati dalle formule d’intrattenimento del noir, affiorano quindi grandi temi come la ricerca di se stessi, l’accettazione di sé e dell’altro. E sarà difficile scorgere la linea sottile tra realtà e visione, nella quale i fantasmi del passato riemergono e sconvolgono il presente.
Il regista del film, Salvatore Vitiello, sceglie le musiche, le inquadrature ed i ritmi ansiogeni del giallo come espedienti per raccontare la ricerca di una cruda verità. Ma soprattutto per inscenare il confronto, ancora più rigido, con noi stessi. La storia di Walter e il lutto di quel figlio che prematuramente si è strappato la vita, affondano le radici in un dubbio perfino più drammatico: che ruolo abbiamo nel dolore degli altri?
Umberto Apice – magistrato, docente universitario e scrittore – ha indagato, in una lunga riflessione sul film, gli intrecci psicologici de L’amico fragile sviluppati tramite la falsariga del genere thriller. I codici cinematografici che Salvatore Vitiello utilizza come strumento narrativo (il ritorno sul luogo della tragedia, il mistero, la ricerca della verità dietro il suicidio) svelano infatti l’incapacità di un padre, ben più profonda, di accogliere la richiesta di comprensione da parte del figlio omosessuale. Un imbarazzo percepito dallo stesso Simone, poco prima di togliersi la vita. A distanza di anni Walter sarà costretto a guardarsi dentro e a fare i conti quel disagio sociale (di natura patriarcale) che ha provato di fronte a un’immagine di suo figlio “diversa” da quel che si aspettava: ed è questo il vero gancio della storia.
Prodotto da SNCI Film (con oltre vent’anni di attività indipendente alle spalle, tra lungometraggi prodotti e quasi 200 cortometraggi realizzati), L’amico fragile è un film indipendente realizzato da professionisti del settore che lavorano o collaborano con la Scuola Nazionale Cinema Indipendente di Firenze. Salvatore Vitiello, regista del film, è cresciuto nel cinema fin dall’età di 6 anni, a Torre del Greco, in mezzo ad una famiglia di esercenti cinematografici (un percorso che rievoca romanticamente proprio quella del piccolo Sasà del Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, come fa notare Umberto Apice).
Durante il suo percorso Vitiello ha stretto amicizia con registi quali Dario Argento, Pupi Avati e Giulio Questi, frequentando i set dei loro film, a volte anche come assistente. Vitiello qui passa alla regia intrecciando i fili di un dramma familiare e sociale a tinte noir.