Ivan Cotroneo, giurato della scorsa edizione dei Fabrique Awards, torna sul set per la seconda stagione de La Compagnia del Cigno.
«Personalmente cerco film capaci di indirizzare il discorso su un piano personale, di raccontare qualcosa di intimo. Non mi interessa il compitino perfetto, voglio essere sorpreso», spiega. La capacità di Ivan Cotroneo di spaziare dal piccolo al grande schermo, dall’arte visiva alla letteratura, precorrendo mode e tendenze senza perdere di vista la centralità dei personaggi, gli ha permesso di costruire una carriera ricca e varia facendone un punto di riferimento nel panorama italiano. E visto che Fabrique du Cinéma celebra il cinema giovane, chi meglio di Cotroneo, che ha messo i giovani al centro di tanti suoi lavori ed è stato giurato dei Fabrique Awards, può fornire consigli a chi oggi sogna di avvicinarsi all’industria? Per l’autore di Un bacio e La kryptonite nella borsa questo è «un momento propizio, si cercano sguardi nuovi. In passato aleggiava un pregiudizio sui giovani che ora non esiste più. L’importante è non seguire le mode, non scimmiottare a tutti i costi ciò che ha successo, ma proporre la propria visione del mondo. Quello che è diventato prezioso oggi è l’originalità».
A Ivan Cotroneo stanno tanto a cuore le nuove generazioni da aver posto l’adolescenza al centro di uno dei suoi ultimi successi, la serie televisiva La Compagnia del Cigno, di cui sono iniziate da poco le riprese della seconda stagione. Ambientazione atipica per la serie, che vede al centro della storia un gruppo di studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e i loro insegnanti. Tra piccoli e grandi drammi, amori, liti, problemi familiari, la musica è il filo conduttore dello show che ci riporta alla mente modelli illustri come la popolare serie degli anni Ottanta Saranno famosi. «Sicuramente è stato un punto di riferimento importante per me» ammette Cotroneo «così come Glee e Whiplash, ma ho preso questi modelli rovesciandoli in un ambito atipico come quello della musica classica. I miei protagonisti sono minorenni, all’epoca delle riprese i più grandi avevano 16 anni, e studiano musica da 10 anni. Ne La Compagnia del Cigno il mio intento era quello di raccontare una generazione molto maltrattata. Si parla degli adolescenti come di persone incapaci di avere sogni e ideali, ma i miei personaggi sono determinati, abituati a una disciplina ferrea. Dopo Un bacio volevo tornare a parlare dei ragazzi mostrando quanto siano appassionati e attenti al mondo che li circonda, come ci stanno dimostrando con le lotte ecologiche. Il problema dei giovani siamo noi adulti».
La scelta di rivolgersi ai giovanissimi, per Ivan Cotroneo, non significa cambiare il proprio stile di scrittura: «L’importante per me era descrivere gli adolescenti con rispetto. Volevo parlare direttamente a loro, mostrare il bullismo e i problemi quotidiani che sono costretti ad affrontare. L’unico accorgimento adottato è stato ricordarci come eravamo noi alla loro età, ricreare quel sapore di prime volte evitando il paternalismo». L’approccio dello scrittore è diretto, privo di filtri. D’altronde è lui stesso ad ammettere che il trait d’union tra tutte le sue attività è proprio il desiderio di raccontare storie, riconoscendone la capacità di influire sull’esistenza degli individui: «Io sono stato cambiato dai film che ho visto e dai libri che ho letto. Sento il bisogno di narrare per raccontare i problemi degli altri».
Il potere universale del racconto attraversa ogni creazione, ma dietro l’aspetto romantico c’è un’industria di cui Ivan Cotroneo sembra conoscere a menadito i meccanismi. Intervenendo nella polemica sull’egemonia dei cinecomic, l’autore di La kryptonite nella borsa ‒ cinecomic “ante litteram” ‒ spazza via i preconcetti e puntualizza: «Non sono un fan. Ho apprezzato la serie The Boys o i primi film sugli X-Men, che contenevano messaggi molto forti sulla diversità e l’accettazione, mentre ho trovato Aquaman molto deludente. Ma ogni film parla per sé. Il vero problema è legato all’invasione di questi film che tolgono spazio a tutto il resto. Per arginare questo marketing aggressivo serve un sistema che aiuti i film a restare in sala garantendo delle quote di mercato, come accade in Francia».
Un discorso simile riguarda la diffusione delle piattaforme streaming che però «garantiscono una richiesta sempre maggiore di contenuti e nuove opportunità per gli autori. Il mercato è in continua evoluzione, fino a pochi anni fa alleanze come quella tra RAI ed HBO sarebbero state impensabili».
In questo panorama così mutevole, che cosa riserva il futuro lavorativo di Ivan Cotroneo? «Sto preparando la seconda stagione de La Compagnia del Cigno, nei prossimi mesi sempre su RaiUno».