Fabrique du Cinéma nasce nel 2011 come evento organizzato da giovani lavoratori del cinema e poi diventa una rivista di settore.
La fabbrica del cinema. Nel 2011 FdC è un evento, con una grande festa finale. Ci si incontra, si beve, si balla, fra desideri riformisti e ambizioni rivoluzionarie rispetto a un’industria spesso accusata di poca innovazione, di cinico realismo, di tirchieria pragmatica.
Non sono chiacchiere al vento: nel 2012 nasce il magazine cartaceo, con un evidente richiamo ai “Cahiers du Cinéma”, la rivista dalla quale è scaturita la Nouvelle Vague. Per i giovani fondatori è una sorta di manifesto dei cineasti di ultima generazione e di organo di promozione delle nuove iniziative: un trimestrale a colori distribuito in tutta Italia ad abbonati, broadcaster, produzioni e distribuzioni cinematografiche.
Eppure il team di Fabrique du Cinéma non si ferma, l’ambizione è quella di diventare la più grande community del cinema italiano. I macchinari oliati dal lavoro dell’ideatore e direttore artistico Davide Manca, dalla direttrice editoriale Elena Mazzocchi e dal manager Tommaso Agnese vengono calibrati per il web, affinché il portale e i social di FdC fungano da collante fra vari addetti ai lavori sparsi in Italia. Anche se il cuore di Fabrique resta romanocentrico, come il cinema, che attira talenti, li risucchia, come attira anche cani maledetti, attori scarsi, sceneggiatori geniali, montatori visionari e costumisti megalomani. E tutti questi si possono incontrare agli eventi di FdC, magari mentre Sorrentino premia Virzì e il nuovo Orson Welles se ne sta lì a tenere il tempo con una birra in mano…