Da Spotify ad Apple, Amazon Music e molti altri, i podcast stanno vivendo un vero e proprio boom. E poiché condividono con cinema e serie TV la passione per le storie, i contenuti audio prodotti tanto da autori indipendenti quanto da brand più affermati come Chora Media destano sempre più l’attenzione del mondo dell’audiovisivo.
Nicola Guaglianone, sceneggiatore di successi come Indivisibili (2016), L’ora legale (2017), Non ci resta che il crimine (2019) e Freaks Out (2021), fra le tante cose ha fondato una società di produzione di podcast, Myagi Entertainment, proprio «per riuscire a dare l’opportunità a giovani di talento di creare storie e contenuti»; mentre produttori come Ettore Paternò (Veleno, 2021) di Fremantle già guardano ai podcast come «una nuova forma di narrazione», fonte di ispirazione per possibili trasposizioni audiovisive. Anche lo scrittore, sceneggiatore e regista Donato Carrisi, in occasione dell’uscita del suo film Io sono l’abisso, ha realizzato con Vision Distribution un podcast in cui narra la genesi del serial killer protagonista della sua storia al cinema.
A fare da apripista di questa tendenza è stata la docuserie Veleno, in streaming su Prime Video nel 2021. Ettore Paternò, produttore esecutivo della serie, racconta di essere stato molto colpito nel 2018 dal podcast realizzato dal giornalista Pablo Trincia sul caso dei “diavoli della Bassa”. L’inchiesta di Trincia ha riaperto archivi e ridato vita a indagini, scuotendo in maniera tanto profonda una così larga fetta di pubblico da portare avanti il caso a distanza di oltre vent’anni. La serie televisiva prodotta da Fremantle realizza una sorta di metanarrazione che pone, tra le varie testimonianze, anche il podcast e il suo autore tra i protagonisti stessi del racconto. «Veleno è un caso un po’ a sé, proprio per la natura della storia – specifica Paternò -, ma il podcast come mezzo è diventato per me una fonte costante di storie. È la prima e, per il momento, l’unica serie ispirata a un podcast ad essere già uscita, ma non mi stupirei che di qui a un prossimo futuro ne escano altre, mie o di altri produttori».
Dello stesso avviso è anche Nicola Guaglianone che, dopo avere prodotto con la sua società Polvere, un podcast di Chiara Lalli e Cecilia Sala sul caso Marta Russo, afferma: «Oggi il cinema ha smesso di dialogare con il pubblico più giovane, perché in Italia difficilmente si scommette su ciò che potrebbe funzionare, ma solo su ciò che ha già funzionato. Forse i podcast possono riuscire a reinstaurare quel dialogo, perché hanno costi di realizzazione assai ridotti e possono diventare un ottimo trampolino di lancio anche per i più giovani. Con Myagi Entertainment stiamo già sviluppando altri progetti di podcast mantenendone i diritti con l’idea di trasformarli in una serie o in un film».
Andrea Castellanza, professore presso l’Università Cattolica di Milano e cofondatore di NWFactory, società che dai podcast (tra cui il noto Bistory – Storie dalla Storia) si sta aprendo sempre più alla realizzazione di prodotti transmediali, conferma che proprio per la loro struttura drammaturgica alcuni tipi di podcast si prestano in modo eccellente a possibili adattamenti audiovisivi. Castellanza non è il solo a ritenere che il lavoro sulle voci, sulla costruzione e suddivisione in episodi di una storia e sull’utilizzo delle fonti fatto per strutturare un racconto audio costituisca già in sé una solida base per la realizzazione di una sceneggiatura.
Lo conferma anche Mario Calabresi, giornalista e fondatore di Chora Media, società produttrice di alcuni dei podcast che negli ultimi tempi hanno dominato le classifiche dei migliori ascolti in Italia su Spotify. Calabresi racconta: «Quando abbiamo cominciato a realizzare podcast già pensavamo che i soggetti di questi avrebbero potuto avere anche una vita successiva diventando serie o film, ma non ci aspettavamo assolutamente che sarebbe successo tutto così in fretta». Nell’arco dell’ultimo anno e mezzo, dice Calabresi, sono già 9 i podcast prodotti da Chora Media attualmente in fase di sviluppo per il mercato dell’audiovisivo. Fandango ha già acquisito i diritti per l’adattamento cinematografico del podcast di Selvaggia Lucarelli dal titolo Proprio a me. Anche Prima, podcast di Sara Poma sulla prima donna a fare coming out in Italia nel 1972, dopo essere diventato un libro, a breve vedrà anche un suo trattamento in versione audiovisiva.
Il successo di un podcast, secondo il fondatore di Chora, richiama l’attenzione tanto del pubblico quanto di altri professionisti e costituisce già una garanzia per successivi sviluppi in forme diverse di narrazione. «Fondamentali sono le storie che hanno una forte attinenza con il presente anche quando recuperate dal passato», dice Calabresi. Le storie vere sono quelle che destano maggiormente l’attenzione anche di Ettore Paternò, che sottolinea: «Ci sono ottimi narratori su podcast e quello che più conta è l’originalità del punto di vista con cui questi riescono a proporre il racconto».
L’ARTICOLO COMPLETO È DISPONIBILE SOLO PER GLI ABBONATI, CLICCA QUI PER ABBONARTI A FABRIQUE