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Francesco Di Brigida

Da Lazzaro felice a End of Justice: quattro film per il weekend

Tra le uscite del weekend spicca Lazzaro felice (qui la nostra recensione), conferma artistica di Alice Rohrwacher che, a pari merito con il film iraniano in concorso, ha ottenuto il Premio alla sceneggiatura al Festival di Cannes. Il suo Lazzaro (l’esordiente Adriano Tardiolo) giovane mezzadro tontolone buono come il pane, vive in condizione di semischiavitù. Da qui si parte per una parabola rupestre che si fa metropolitana, attraverso i decenni con delicatezza e una follia narrativa mirate, come nelle stesse parole dell’autrice, a un momento ben preciso: «Il passaggio da un medioevo materiale a un medioevo umano: la fine della civiltà contadina, la migrazione ai bordi della città di persone che non sapevano nulla della civiltà». Così il «maldicampagna» dei personaggi sedimenta in rivalsa sociale.

In una metafora cinema vagamente simile a quel Cercasi Gesù che vedeva un giovane Beppe Grillo cristologico, a margine della spiritualità il costo del lavoro viene tratteggiato come tragica asta al ribasso. L’elemento principale è la terra, i personaggi hanno anima pasoliniana, e tutto si lascia avvolgere di operetta morale, canto di libertà e sentimenti contro il suo contrario. Se nel Grande Inganno ordito dalla marchesa schiavista col volto affilato di Nicoletta Braschi la tenuta dell’Inviolata ci appare come periferia di ogni tempo, l’amicizia tra Lazzaro e il rampollo Tancredi oltrepasserà gli anni mostrandoci un epilogo inaspettato.

Dall’Italia appenninica della Rohrwacher ci spostiamo alle Alpi friulane di Renzo Carbonera. Il suo esordio registico s’intitola Resina, perché come dirà un suo personaggio, «è quella che lega tutto». È un film a marcia bassa, dove il legame lo fanno le panoramiche ipnotiche sui paesaggi montani, crepuscolari o nebbiosi: quasi fotografie che intervallano la vicenda di una giovane musicista in crisi. Un lutto spezza la sua famiglia, ma lei accetta di dirigere il coro cimbro del paese montano dov’è tornata. Il cimbro è una lingua germanica parlata da un centinaio di persone a Ruda e dintorni. Circondata di educato maschilismo cercherà di riapprodare al proprio equilibrio in una cornice cinematografica strettamente territoriale e sulle poche, esili note di una storia vera, che sul grande schermo presenta qualche leggerezza narrativa, un cast perfettibile e momenti abbastanza barbosi.

Quando si attraversa l’oceano per guardare al cinema americano ci si lascia sempre alle spalle ogni sensazione soffusa. Così al cospetto di Steven Soderbergh c’imbattiamo nel suo nuovo heist movie La truffa dei Logan. Channing Tatum e Adam Driver fanno due fratelli un po’ iellati: uno operaio licenziato per la sua zoppia, l’altro barista senza un braccio. Entrambi offesi dalla guerra in Iraq. Sgraffignare l’incasso della più grossa corsa del circuito Nascar è la soluzione per risolvere ogni problema. Così, un po’ alla Ocean’s, arruolano un Daniel Craig in tuta a righe, che in «libera uscita» dal penitenziario dove sta scontando la sua pena, li aiuterà a scassinare il caveau dell’autodromo. Intrattenimento da film di cassetta, non il carisma di Clooney e Pitt, cast pure in forma, la storia scorre benino in mezzo alle trovate tipiche del genere in questione. Senza infamie ma con poche lodi è uno di quei titoli per passare un paio d’ore spensierate, ma senza troppe pretese.

Quando Denzel Washington accetta un ruolo è una sicurezza. Magari i film possono deludere più un certo tipo di pubblico rispetto ad un altro, viste le sue alternanze di generi, ma la performance attoriale si mantiene sempre ad altissimo livello: infatti, la nomination all’Oscar gli è arrivata anche per End of Justice. Il suo avvocato esperto in diritti civili persegue la giustizia sociale al ritmo del suo iPod sparato in cuffia. Passo goffo e capelli alla Globetrotter non siamo di fronte al suo Malcolm X, ma a un omone sgraziato, un professionista preparatissimo con le sembianze di un americano medio che gira per Los Angeles in autobus. Raccogliere la tentazione di arricchirsi mettendo a repentaglio tutto ciò per cui aveva lottato sarà l’inizio di una strada apparentemente senza uscita. Dan Gilroy scrive e dirige esplorando come al solito la morale di un uomo metropolitano mentre la sua L.A. tentacolare e impassibile resta teatro preferito per le sue narrazioni. Non eccelso e ficcante come il suo Nightcrawler, in gran parte è tenuto in piedi da un imponente Washington.

Star Wars conquista la vetta, delusione per Bertolucci

Cominciamo con un confronto tra polveri e altari. La settimana appena conclusa ha incoronato prevedibilmente Solo – A Star Wars Story al primo 1° posto nelle classifiche dei più visti. Con un incasso settimanale di 1milione 666mila euro italiani si tiene il podio italiano ma fa il solletico al cuginone Avengers: Infinity War, che nello stesso lasso di tempo, i 5 primi giorni di programmazione italiana, aveva incassato oltre 9milioni a fine aprile. Un altare che per Solo, a dispetto di una qualità superiore alla media dei multimilionari sequel della trinità Disney, Marvel e LucasFilm, sa di flop.

Basti osservarne l’andamento su scala globale. Solo (e qui i doppi sensi potrebbero essere diversi) 83milioni 325mila dollari contro i 630milioni del Marvel. È vero che siamo appena usciti da un weekend già perfettamente estivo, da noi tra i peggiori nemici di ogni incasso in assoluto, ma se da una parte questo risultato brucia alla trinità del franchise, dall’altra ci suggerisce che il pubblico forse ha bisogno di più tempo per metabolizzare questi bestioni. E quindi minor numero di super blockbuster, più lunghi intervalli tra una mega uscita e l’altra durante i quali in sala potrebbero essere meglio curate uscite meno costose ma più intriganti nelle trame e nell’impianto artistico.

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Un esempio che forse ne ha fatto le spese (pure indirettamente, se consideriamo nel circuito soprattutto i due di Sorrentino) è Ultimo tango a Parigi. Il film italiano più bigliettato di sempre, nella sua nuova veste restaurata in 4k è uscito addirittura fuori dalla top ten. Nelle sale come film evento visibile solo il 21, 22 e 23 maggio, il capolavoro di Bernardo Bertolucci non è riuscito a onorare il suo glorioso passato al botteghino. Segno di tempi cambiati, o di gusti. O forse la dose di film d’arte e pruriginosi intrighi sessuali preferita dal pubblico italiano resta semplicemente in Loro 2 di Paolo Sorrentino, che invece mantiene il 4° posto sia nel giornaliero che nel settimanale.

A proposito di classifiche domenicali e settimanali, dobbiamo registrare l’identica sequenza di titoli che le copre dal 1° all’8° posto. Passiamo intanto al 2°, dove con 1milione 745mila euro si difende Deadpool 2, per così dire, nel suo incasso globale di 487milioni 145mila dollari. L’apprezzatissimo Dogman sale al 3° con i suoi 891mila euro (moto contrario rispetto alle andature degli altri titoli), mentre al 5° troviamo gli inossidabili Avengers con l’umana cifra di 303mila euro. E alla posizione numero 6 resiste la commedia a quattro zampe Show Dogs, mettendo insieme 180mila euro.

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Passiamo all’ultima parte della classifica, per tre quarti italiana e un quarto europea, anzi francese. Al 7° posto fa il suo ingresso Hotel Gagarin, commedia di confine che in questa settimana difficile trova il piazzamento, ma meno le cifre sperate. Lo segue all’8° Nobili Bugie, altra commedia, ma di vecchie glorie come Claudia Cardinale e Raffaele Pisu. Poi al 9° posto riesce a resistere stoicamente Arrivano i Prof, remake del francese Les Profs, mentre al 10° un francese ancora non imitato: Parigi a piedi nudi. Solo gli ultimi due si scambiano le posizioni per quanto riguarda la classifica della domenica. Tutto il resto sono sequenze fotocopia tra domenicale e settimanale.

Box Office – Dal: 21/05/2018 Al: 27/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 SOLO: A STAR WARS STORY USA Walt Disney € 1.866.600 261.135
2 DEADPOOL 2 USA 20th Century Fox € 1.745.423 266.000
3 DOGMAN ITA 01 Distribution € 891.557 146.492
4 LORO 2 ITA Universal € 346.438 56.903
5 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 303.155 47.304
6 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 180.136 30.897
7 HOTEL GAGARIN ITA Altre Storie € 126.156 20.580
8 NOBILI BUGIE ITA Genoma Film € 99.376 16.100
9 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 85.112 14.491
10 PARIGI A PIEDI NUDI (PARIS PIEDS NUS) FRA Academy Two € 84.482 14.161

 

Box Office – Domenica 27/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 SOLO: A STAR WARS STORY USA Walt Disney € 478.640 66.025
2 DEADPOOL 2 USA 20th Century Fox € 271.143 36.982
3 DOGMAN ITA 01 Distribution € 182.610 26.976
4 LORO 2 ITA Universal € 64.397 9.179
5 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 62.224 8.708
6 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 55.547 8.604
7 HOTEL GAGARIN ITA Altre Storie € 41.142 6.636
8 NOBILI BUGIE ITA Genoma Film € 33.800 5.357
9 PARIGI A PIEDI NUDI (PARIS PIEDS NUS) FRA Academy Two € 23.626 3.734
10 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 19.479 3.055

Hotel Gagarin, Stato di ebbrezza e le altre uscite della settimana

I film di questa settimana ci portano dai ghiacci dell’Armenia alle spiagge turistiche francesi, dal biopic su una cabarettista alle avventure di Star Wars. In Hotel Gagarin la truffatrice Barbora Bobulova mette insieme una troupe sgangherata per intascare finanziamenti cinematografici. Il regista ha la calma educata di Giuseppe Battiston, l’operatore di macchina è un Luca Argentero in versione fumatore d’erba, lo scenografo lo fa un Claudio Amendola bonaccione e ruspante mentre l’attrice nonché prostituta ha il viso e le macchiette romanesche di Silvia D’Amico. Tutti insieme si ritrovano in questo vecchio hotel sperduto tra le lande armene con il compito di girare un fantomatico film. Ogni personaggio cerca una via di fuga e una nuova vita, così, seppur bloccati in Armenia dalla guerra, la crisi diventa opportunità. La nascita di nuove amicizie e relazioni catapulteranno i protagonisti nella magia più profonda del cinema: il sogno. Commedia sul viaggio dei cambiamenti e sul trovare sé stessi, ha momenti parecchio spassosi quanto qualche incompletezza nella narrazione. La sua assoluta originalità la fa però indubbiamente da fiore all’occhiello.

Negli anni novanta Maria Rossi è stata una cabarettista famosa per i suoi monologhi comici, ma poi l’alcolismo l’ha allontanata dalla scena. Stato di ebbrezza ripercorre la dipendenza, i giorni del ricovero in TSO, il percorso di riabilitazione, il legame con gli altri pazienti psichiatrici e i delicati rapporti familiari. Il regista Luca Biglione non offre una regia tecnicamente eccelsa, né una resa estetica ficcante, ma ha il pregio di aver unito un cast formidabile – che più d’una volta fa commuovere – composto da Andrea Roncato, Antonia Truppo, Nicola Nocella, Marco Cocci, Emanuele Grimalda, Fabio Troiano, Melania Dalla Costa, Elisabetta Pellini e Mietta. Su tutti la protagonista, Francesca Inaudi, che trasfigurata in una donna problematica dalla battuta mordace fa da capofila in questo piccolo film. Grazie al metodo Chubbuck appreso a Los Angeles, la Inaudi decostruisce mirabilmente la sua fisicità sinuosa in una donna rauca, sgraziata e distorta da dolore e dipendenza, ma sempre carica di dinamite satirica negli occhi e nelle battute fulminanti. Il film rappresenta un canto di libertà e insieme il ritratto profondamente doloroso di una rinascita. Una storia vera che ricorda illustri precedenti come Man on the Moon, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Ragazze interrotte, e che senza i suoi difetti tecnici dovuti al basso budget poteva essere un gioiello. In ogni caso, la narrazione e il messaggio contro l’alcol restano fortissimi ed emozionanti.

Spostandoci nel sud della Francia abbiamo Mektoub, My Love – Canto uno (qui la precensione). Anni ’90, Amin è un giovane creativo e riservato. Durante le vacanze estive, passa le giornate in spiaggia e le serate spensierate insieme al cugino playboy che rimorchia citando il passo di Aldo Maccione. L’incontro con due belle turiste da Niza e la loro girandola di ragazzi e amiche con la voglia di divertirsi lo travolge. Abdellatif Kechiche, dopo lo scandaloso La vita di Adele, torna con tre ore di vacanze giovanili e sfrenate che a fine visione sembrano offrire quella sazietà esperienziale dei tre mesi estivi ai tempi della scuola. Sensazioni forti d’immersione che il regista riesce a regalare scomparendo, lasciando lo spettatore solo in un tourbillon festoso di bagni al mare, feste in disco e uscite in doppia coppia. Chissà come reagirà il pubblico giovane di fronte a questo Sapore di mare alla francese. Molto probabilmente, però, grazie a una veridicità delle interpretazioni e di ogni situazione, il film tra trent’anni acquisirà un alto valore antropologico.

Quaranta anni fa, invece, Star Wars ci fece scoprire Han Solo e il suo attore Harrison Ford. Oggi, Solo – A Star Wars Story ci rivela ciò che i fans della prim’ora sognavano e immaginavano da anni. Come si sono conosciuti Han e Chewbecca, l’incontro con Lando Calrissian e la prima volta sul Millnium Falcon. Alden Ehrenreich ricostruisce tutte le faccette del giovane Ford tanto quanto Donald Glover sul suo Lando. Tutto sa di amarcord in questa solida regia di Ron Howard, dove azione e drammaturgia sono mescolate con equilibrio e senza gli sfarzi tipici della saga.

Dogman vince a Cannes ma il box office è di Deadpool 2

Sabato è stato un grande giorno di cinema italiano con il trionfo di Dogman e Lazzaro felice al Festival di Cannes. Pur rinforzato da una meritatissima Palma d’Oro al Miglior attore, il film di Matteo Garrone si è portato al 2° posto del box office domenicale, ma i suoi 220mila euro restano pur sempre quasi un terzo dei 632mila incassati da Deadpool 2. La strada è in salita, Dogman dimostra gambe buone perché la classifica settimanale lo piazzava al 4° posto con 566mila euro di bigliettazione e quasi 86mila spettatori, ma al 1° questo Deadpool 2 scansa proprio tutti. Compresi Loro 2 e Avengers: Infinity War, rispettivamente al 2° posto con quasi 900mila euro d’incasso e al 3° con un malloppo di 760mila euro.

Fa riflettere il fatto che più di un periodo di magra per le presenze, sia un periodo di onnipresenza pressoché imbattibile da parte della Disney. Se Avengers è il film dei record che in giro per il mondo è arrivato ad accaparrarsi 1miliardo 813milioni 730mila dollari, il suo cuginetto Deadpool, nato Marvel ma adottato da 20th Century Fox, è il cinecomic del momento. Senza contare che il 23 arriverà Solo: A Star Wars Story, ad alzare nuovi ostacoli per gli incassi del cinema italiano. Liquidato il doveroso e dolente pensiero su Deadpool 2 e il suo rush globale iniziale di 301milioni di dollari messi in cassa, passiamo al 5° classificato di questa settimana di cinema dal 14 al 20 maggio.

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Al 5° posto troviamo Show Dogs. La commedia canina per grandi e piccini viene da un precedente 3° posto e nella settimana appena passata ha totalizzato 422mila euro, mentre ne mette insieme 247mila Loro 1 di Paolo Sorrentino, alla posizione numero 6. Arrivano i Prof occupa il 7° posto con 215mila euro e a seguire, l’ex-capolista Escobar, che segna 137mila euro. Si arena al 9° posto Tonno Spiaggiato, la commedia demenziale e originalissima con Frank Matano, mentre fa capolino Famiglia allargata, in 10ª posizione al suo esordio nelle sale.

Qualche altro dato interessante infine lo troviamo ancora nel box office della domenica, dove se la commedia di costume francese Famiglia allargata sale al 9° posto e dove sbucano altri due titoli outsiders. In ultima posizione c’è Parigi a piedi nudi, mentre al 7° posto si materializza Le meraviglie del mare, documentario di Jean-Michel Cousteau tutto natura e messaggi ambientalisti che nella versione originale si fregia della voce narrante di Arnold Schwarzenegger. In quella italiana la voce del divo ex-campione di body building ed ex-governatore della California viene doppiata da Alessandro Rossi.

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Box Office – Dal: 14/05/2018 Al: 20/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 DEADPOOL 2 USA 20th Century Fox € 3.806.943 540.858
2 LORO 2 ITA Universal € 899.080 150.093
3 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 760.331 116.354
4 DOGMAN ITA 01 Distribution € 566.442 85.889
5 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 422.787 71.434
6 LORO 1 ITA Universal € 246.951 39.940
7 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 214.997 36.681
8 ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE (ESCOBAR) (LOVING PABLO) ESP Notorious Pictures € 137.037 21.607
9 TONNO SPIAGGIATO ITA Vision Distribution € 130.802 22.839
10 FAMIGLIA ALLARGATA (LES DENTS, PIPI ET AU LIT) FRA Notorious Pictures € 102.324 15.780

 

Box Office – Domenica 20/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 DEADPOOL 2 USA 20th Century Fox € 632.416 85.589
2 DOGMAN ITA 01 Distribution € 219.863 33.287
3 LORO 2 ITA Universal € 159.108 24.375
4 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 140.051 19.323
5 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 135.602 21.283
6 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 46.959 7.297
7 LE MERAVIGLIE DEL MARE (WONDERS OF THE SEA) GBR M2 Pictures € 43.678 6.574
8 LORO 1 ITA Universal € 39.667 5.549
9 FAMIGLIA ALLARGATA (LES DENTS, PIPI ET AU LIT) FRA Notorious Pictures € 34.941 5.355
10 PARIGI A PIEDI NUDI (PARIS PIEDS NUS) FRA Academy Two € 29.370 4.678

Dogman, Il codice del babbuino e gli altri: spazio al film d’autore

Complice il Festival di Cannes in corso, siamo giunti ad una settimana dove primeggiano, almeno per quantità di nuovi titoli, i film autoriali. In concorso alla Croisette e forte dei suoi 10 minuti di applausi, è già in sala Dogman (qui la recensione), ritorno di Matteo Garrone al racconto intimo di quel sottobosco suburbano che spesso fa paura. «Ci mette di fronte a qualcosa che ci riguarda tutti: le conseguenze delle scelte che facciamo quotidianamente per sopravvivere, dei sì che diciamo e ci portano a non poter più dire no, dello scarto tra chi siamo e chi pensiamo di essere»: ha dichiarato il regista sul suo film. Questa tensione estrema sta tutta in Marcello Fonte, piccolo grande protagonista che si muove come un folletto buono ma offeso. La trasformazione sarà graduale, un esempio tragico sulla mutazione di un uomo. Al suo fianco uno spaventoso Edoardo Pesce nel ruolo dell’ex-pugile Simoncino, che bullizza l’intero quartiere e in primis il piccolo Marcello, padre divorziato di una bambina che per lui è tutto. Garrone si rifà al fatto di cronaca del Canaro della Magliana, ma lo imposta come una favola nera, tornando alle atmosfere di un sud Italia polveroso e borderline. In più mette insieme un circuito di caratteri spesso meno umani dei pazienti a quattro zampe: il problema semmai sono gli uomini, i soldi e gli impicci per tirare avanti in una landa dove la vita è fatta di poco, ma vale altrettanto.

Anche Il codice del babbuino di Davide Alfonsi e Denis Malagnino prende spunto da un fattaccio di cronaca tutto romano, ma il loro è uno stile sporchissimo, low budget e con attori non professionisti (uno dei due protagonisti è un infermiere esordiente sul set). Periferia di Roma est, un uomo trova la ragazza di un amico in un campo rom, esanime e violentata. Inizia una ricerca disperata e spesso insensata dei colpevoli in una girandola di testosterone sprecato dietro ai mulini a vento di una Roma indifferente. Questo cinema nasce da un collettivo costituitosi in associazione, la Donkey Movies di Guidonia, a est di Roma per l’appunto, che è focalizzata su un cinema di problematiche sociali e contemporanee, ma in forme e atmosfere porta con sé gli antichi echi di Amore tossico proponendo i suoi ultimi simili a quelli di Caligari. Recitazione a canovaccio e senza pretese sono cresciute come un’edera intorno a una storia cruda e squallida. I registi non mollano mai la presa sulle facce degli attori. I primi piani sono continui, così il senso di claustrofobia di quel mondo di rabbia e impotenza delle periferie ci bussa prepotentemente. Il risultato non è eccelso ma il tentativo di uscire da un cinema mainstream è notevole. Lo stesso può esser detto del nuovo progetto di Distribuzione Indipendente che, con una lista di 9 film in sala entro novembre, lancia un’offerta speciale per gli esercenti che farà parlare.

Dalla violenza di strada passiamo ad Abracadabra. Spagna, un marito molesto e tifoso sfegatato del Real Madrid si fa ipnotizzare per gioco da un amico della moglie. Il suo carattere cambierà inspiegabilmente, diventando anche un padre modello per la figlia che lo evitava come la peste. Presentato al Festival del Cinema di Roma lo scorso anno e con 8 candidature ai Premi Goya, la commedia surreale di Pablo Berger riflette sulle relazioni familiari e le complicazioni moderne tra marito e moglie. I protagonisti sono quelle due meraviglie di Maribel Verdù (Y tu mamá también, Il labirinto del fauno) e Antonio de la Torre (Volver, La vendetta di un uomo tranquillo). Sensibilità e qualche svarione caratterizzano il lavoro di Berger, non all’altezza del suo precedente Blancanieves, ma godibile commedia scomoda per ridere a denti stretti.

La nostra ultima fermata di oggi è la Francia. In Parigi a piedi nudi, una donnina canadese si catapulta per la prima volta in Europa per andare a trovare una vecchia zia 88enne. Ma al citofono non c’è, e dopo una caduta accidentale nella Senna inizia una ricerca gambe in spalla che coinvolge un egocentrico clochard dall’aria signorile. Anche qui il gioco a tre è fondamentale per tessere la storia surreale in una Parigi reale (poco set di studio) ma ripulita e sognante come un cartoon. Il duo Abel & Gordon, nato in teatro e sbocciato nel cinema, ha realizzato una commedia romantica e fiabesca basata sulla fisicità attoriale avvalorata dalla dolcezza dei Chaplin e dei Tati, ma anche percorsa da alcune freddure alla Kaurismaki. Pieno di stilosi contrappunti e gustosi colpi di scena, è anche l’ultimo film con Emmanuelle Riva, diva francese scomparsa pochi mesi fa, che ci lascia con un personaggio profondamente diverso dai suoi: una signora leggera, smemorata e piena d’ironia che a spasso per Parigi come un folletto metropolitano sarà il trait d’union, o d’amour, tra i due protagonisti.

Loro 2, la flessione degli Avengers e la comparsa di Cézanne

La scorsa settimana avevamo lasciato Avengers Infinity War al doppio degli incassi domenicali rispetto a Loro 1. Ma soltanto ieri il film Marvel dei record ha registrato una flessione (340mila euro di incasso per domenica 13 maggio) che ha permesso al secondo tempo di Paolo Sorrentino di portarsi in vetta alla classifica. È proprio con la complicità di un weekend da spiaggia e la prima fiacca del coriaceo avversario americano che Loro 2 ha toccato il 1° posto giornaliero con 363mila euro incassati e oltre 53mila spettatori in sala. Cifre non proprio rosee, trattandosi di cima podio, che ci riportano anche allo strapotere americano sulla classifica settimanale. Tra il 7 e il 13 maggio, infatti, Loro 2 si piazza soltanto 2° con 1milione 89mila euro, mentre Avengers ne ha totalizzati 1milione 843mila. Quasi il doppio.

Sia domenica che nell’intera settimana, Show Dogs si è istallato subito al 3° posto dopo l’uscita del 10 maggio. La commedia canina rivolta alle famiglie si lascia condire da una ventina di talent nostrani per il doppiaggio italiano, tra i quali Barbara D’Urso, Giampaolo Morelli, Ale&Franz, Claudio Amendola, Benji&Fede e molti altri. La scelta di marketing attuata da Eagle Pictures si è rivelata vincente per gli incassi. Almeno in relazione alla classifica. 274mila euro il malloppo di domenica e 580mila quello della sua prima settimana di vita. Al 4° e al 5° posto abbiamo un balletto tra Arrivano i prof e Loro 1. Nella classifica domenicale il film di Ivan Silvestrini sale al 4° posto mentre il primo tempo su Silvio Berlusconi scende al 5°. Trend settimanale invertito che li vedeva scambiati di posizione.

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Al 6° posto con 317mila euro d’incasso negli ultimi sette giorni troviamo Escobar, film a marcia bassa che nel giornaliero scivola al 7°. Invece alla posizione numero 7 della settimana adesso c’è Game Night. La commedia nera americana ha totalizzato 262mila euro. All’8° Tonno spiaggiato, che però domenica ha impennato portandosi al 6° posto del giorno. Il 9° spetta a L’isola dei cani. Il delizioso film di Wes Anderson mantiene questo piazzamento sia nella classifica settimanale che in quella domenicale.

Qualche sorpresa la riserva l’ultima posizione. Al 10° gradino della top ten domenicale affonda Si muore tutti democristiani. La commedia del Terzo Segreto di Satira ha tenuto con difficoltà la sala scegliendo di esordire al cinema in un momento segnato dalla discesa presenze e dal marvelone di turno. Nel settimanale, invece, Cézanne – Ritratti di una vita ha conquistato il 10°. Il film evento di Nexo Digital si ha portato a casa 181mila euro e 20mila spettatori al cinema soltanto tra 8 e 9 maggio. Confermando la sua formula vincente anche nel panorama smagrito del momento, si attesta come un risultato tutto sommato roseo.

si muore tutti democristiani

Questa settimana ci riserva nuove uscite destinate a disarcionare molti titoli. Deadpool 2, sempre di casa Marvel ma adottivo 20th Century Fox, uscirà il 15 maggio. Sicuramente non batterà l’incasso globale di Avengers, oggi a 1miliardo 606milioni 829mila dollari, ma sicuramente punterà dritto al podio italiano. E poi avremo Dogman, il nuovo lavoro di Matteo Garrone in concorso al Festival di Cannes. Pellicola che promette violenze e efferatezze sottoforma di film autoriale. Basterà a competere con gli americani?

Box Office – Dal: 07/05/2018 Al: 13/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 1.843.924 281.191
2 LORO 2 ITA Universal € 1.089.982 164.770
3 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 580.276 89.559
4 LORO 1 ITA Universal € 567.615 90.817
5 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 537.735 88.914
6 ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE (ESCOBAR) (LOVING PABLO) ESP Notorious Pictures € 317.337 49.146
7 GAME NIGHT – INDOVINA CHI MUORE STASERA? USA Warner Bros. € 262.220 42.472
8 TONNO SPIAGGIATO ITA Vision Distribution € 213.627 31.976
9 L’ISOLA DEI CANI (ISLE OF DOGS) USA 20th Century Fox € 195.687 31.886
10 CEZANNE – RITRATTI DI UNA VITA (CEZANNE – PORTRAITS OF A LIFE) GBR Nexo Digital € 181.244 20.389

 

Box Office – Domenica 13/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 LORO 2 ITA Universal € 362.973 53.279
2 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 339.983 46.912
3 SHOW DOGS – ENTRIAMO IN SCENA USA Eagle Pictures € 274.068 41.289
4 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 136.209 21.206
5 LORO 1 ITA Universal € 111.648 15.807
6 TONNO SPIAGGIATO ITA Vision Distribution € 70.819 10.349
7 ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE (ESCOBAR) (LOVING PABLO) ESP Notorious Pictures € 65.109 8.906
8 GAME NIGHT – INDOVINA CHI MUORE STASERA? USA Warner Bros. € 49.216 7.804
9 L’ISOLA DEI CANI (ISLE OF DOGS) USA 20th Century Fox € 42.273 5.982
10 SI MUORE TUTTI DEMOCRISTIANI ITA 01 Distribution € 31.731 4.643

Si muore tutti democristiani e gli altri outsiders della settimana

L’offerta cinematografica della settimana è abbastanza ricca di nuovi titoli, ma questa volta parliamo di tre outsiders profondamente diversi tra loro. Iniziamo con Si muore tutti democristiani. Tre amici più vicini ai quaranta che ai trenta sopravvivono grazie alla loro minuscola casa di produzione: tra di loro, ci sono un eterno ragazzo in balia della sorella materna, un nevrotico in attesa del primo figlio e un marito per convenienza che ha scelto una ragazza ricca di famiglia invece del vecchio amore della vita. I tre vengono tentati da un ingaggio che li porterà a girare un documentario in Africa, ma l’odor di corruzione della fantomatica fondazione dietro al tutto li getta nello scompiglio dell’indecisione. Il Terzo Segreto di Satira è un gruppo di cinque registi che da qualche anno produce video umoristici sull’Italia di oggi. Disoccupazione, politica, razzismo e vita di coppia vengono trattati con intelligenza e ironia dissacrante dai loro attori feticcio Marco Ripoldi (già visto in Pecore in erba), Walter Leonardi e Massimiliano Loizzi.

Per l’esordio cinematografico li ha accompagnati alla sceneggiatura Ugo Chiti, creando una commedia di costume che, senza troppi peli sulla lingua, esplora guai e nefandezze della generazione di trentenni e quarantenni macerati dalle scelte sbagliate e da quelle non fatte. Il film chiama in causa anche Valentina Lodovini, versatilissima e qui in dolce attesa, Francesco Mandelli, affarista con parlantina danarosa, la capatina da sindacalista bigotto di Paolo Rossi e diversi cameo graffianti tra i quali Peter Gomez. E poi un caratterista di cui non si parla mai: il comico dalle mille risorse Alessandro Betti, che qui fa un commercialista strafottente. Un esordio ben congegnato nel racconto, che forse però vede alcuni momenti di fatica: tenere un intero film non è lo stesso che per un filmato di YouTube. Riusciranno i nostri social-satiri a smuovere gli utenti web per un’evoluzione a pubblico di sala?

Quando ci si presenta con un thriller psicologico viene sempre da pensare alla piuma e al ferro di Mario Brega. Nel caso di Le grida del silenzio di Sasha Alessandra Carlesi un po’ di scetticismo rimane. Tra un sonoro concentrato giustamente sull’effetto drammatizzante dei bassi e certi arzigogoli grafici inutili nei titoli di testa, partiamo insieme a una combriccola di coppiette della giovane borghesia palestrata e volgarotta targata Roma nord per approdare ad un’avventura di tensione tra i boschi che potrebbe fare il verso al Cabin Fever di Eli Roth. Invece si sceglie di rinforzare la vena pulsante della love-story a più coppie, procedendo nella quasi indifferenza dello spettatore. La qualità attoriale è quella che è e le idee dell’autrice-regista non riescono a scalfire emozioni che valgano la pena di ricordare. Il mistero chiave di tutto non attanaglia mai, restituendo una noia spezzata da pochi momenti buoni. L’esordio al lungometraggio come tentativo d’intrattenere c’è stato; peccato che insieme siano sopravvissuti una scrittura non raffinatissima e una povertà di mezzi tecnici che poteva essere compensata da più invenzioni creative.

Passiamo a Il dubbio – Un caso di coscienza, l’uscita autoriale più importante della settimana. Utile e rigoroso, il suo stile non esce mai dal realismo, accantonando musiche a favore dei brusii cittadini. Un uomo ha tamponato un motorino e il bambino che era caduto quella sera arriva senza vita nell’ospedale dove lavora. Un medio oriente moderno e un medico che vive il dubbio della colpa, e nel dubbio quest’ultima lo scava. Le incertezze però si allargano a macchia d’olio anche sui genitori del bambino e così le indagini si aprono a vie inaspettate. Il lavoro di Vahid Jalilvand procede in un puzzle acuto e rispettoso. Opera morale che va molto oltre il dettaglio culturale ed estetico dei veli sul capo delle donne islamiche, Il dubbio – Un caso di coscienza mostra la nitidezza di un plot universale dotato di un formalismo esportabilissimo: la vicenda che sa di cinema del reale trae infatti ispirazione proprio da un fatto di cronaca. Il film iraniano ha vinto meritatamente il Premio Miglior Regia e Miglior Attore a Venezia Orizzonti 2017. Dopo il successo in Laguna, dal 10 maggio in sala con 102 Distribution: la speranza è che lo omaggi anche il pubblico italiano.

Tonno spiaggiato: Frank Matano e l’incredibile nonnina

Dopo la parentesi “fascista” con Sono tornato, dove affiancava un redivivo Mussolini, Frank Matano si ripresenta per un nuovo film della scuderia Vision Distribution. In Tonno spiaggiato veste i panni vanagloriosi di Francesco, aspirante comico dagli sketch asfittici che scopre la sua migliore verve deridendo in pubblico la fidanzata in sovrappeso. Le nuove battute ciniche gli fanno perdere la ragazza, e dopo miriadi di tentativi inutili per riconquistarla si accorge che l’unico modo per riavvicinarla è un lutto. Così scatta lo strampalato piano per procurargliene uno nuovo: come la nonna, un’arzilla vecchietta che si rivelerà più tosta del previsto.

Ambientato fra il Casertano e una Puglia dai borghi candidi, Tonno spiaggiato è un lavoro con tante ambizioni, alcune idee buone e qualche difetto che gli scopre il fianco. Alla base porta una grande voglia d’innovare e manipolare creativamente il cinema in commedia. Abbiamo il regista Matteo Martinez, formazione americana, tanti videoclip, esperienza da autore alle Iene e tanto lavoro su YouTube con l’amico Matano. Vi si trovano suggestioni, anzi “cose visive alla Simpson”, hanno confessato i due in occasione della presentazione stampa. Nell’estetica vincono i colori saturi, alcuni chiaroscuri allegramente dark, gli slowburn di scene veloci e i nonsense surreali che ammiccano fortemente ad un pubblico adolescenziale. Probabilmente saranno proprio loro, i più giovani, a popolare le 300 sale dove verrà proposto agli spettatori dal 10 maggio.

La sorpresa strabiliante è un’attrice novantenne che ha spiazzato tutti con il suo carisma. Si chiama Licia Guzzardi e ricopre il ruolo della nonnina da immolare alla causa dell’amore perduto di Francesco. Il Tonno decolla dalla spiaggia quando lei entra in scena, e Matano si trasforma in ottima spalla per questo indomabile vulcano di follia comica da terza età. Memorabile ogni suo take, ma la scena dal taglio western che degenera in un gioco gravitazionale tra Matrix e Moonwalker è un gioiello. Viene da chiedersi dove si fosse nascosta fino ad ora un’attrice così, scoprendo poi che ha doppiato Claudia Cardinale ne I soliti ignoti e ha calcato il palcoscenico di Gigi Proietti facendo la caratterista per decenni.

In materia di caratteristi di qualità, altra menzione se la merita Niccolò Senni (già visto nel cortometraggio Cani di razza), qui compagno di casa simil-Psyco di Francesco. Ha un abbigliamento ambiguamente femmineo e una saggezza salacemente deviante, consiglia l’amico nel suo losco piano omicida e lo affianca nelle goffe esecuzioni. Tonno spiaggiato ha un ché delle vecchie commedie demenziali di Ezio Greggio: intrappolate nel loro tempo ma lanciate verso il futuro. Erano ispirate con tutte le scarpe a un certo sottogenere comico americano, ma una volta traslato nel Bel Paese ebbero riuscita dubbia. Sicuramente non auguriamo al Tonno lo stesso oblio. Pur se in generale non è un lavoro ben riuscito al 100%, scalerà posti buoni del box office.

Avrà pure il profumo acerbo che precede le rivoluzioni di linguaggio filmico, ma al tempo stesso alcune trovate troppo scivolate sul demenziale sembrano pesciolini fuor d’acqua per una commedia ambientata in Puglia. Accade per la bici a rotelle di Matano, che cita il motorino a rotelle di Scemo e più scemo guidato da un certo Jim Carrey. Forse sono interpretazioni generazionali; tanto saranno gli under 20 in sala a decretarne il destino. Però c’è coraggio a palate nel film mattacchione e sincero di Martinez e Matano. E questo coraggio, sfacciato anche fino al costo di sbagliare, è di gran lunga onorevole.

Avengers supera il miliardo ma nel frattempo Arrivano i prof

Anche la settimana dal 30 aprile al 6 maggio è stata sotto la totale egemonia di Avengers: Infinity War. Il cinecomic Marvel ha incassato soltanto domenica 786mila euro, mentre in tutta la settimana ne ha raccolti 6 milioni 215mila. La notizia è tuttavia il superamento del miliardo in totale sui box office del globo, anzi, del record di velocità nel raggiungerlo: gli ci sono soluti soltanto 11 giorni. Lo seguono Star Wars: il risveglio della forza e Jurassic World, che ne impiegarono 12 e 13. Tornando ai numeri più “umili” dello scenario italiano, pur con una flessione di 3milioni dalla scorsa settimana – l’esordio era stato di 9 milioni di euro – il blockbuster firmato dai fratelli Russo procede senza rivali la sua corsa stampandosi primo in classifica con 6 milioni 215mila euro d’incasso. Con queste cifre non c’è storia per la concorrenza.

avengers

Semmai la lotta al podio si svolge tutta tra il 2° e il 3° posto. Arrivano i prof è stato il secondo film più visto di ieri (255mila euro d’incasso e 38mila spettatori), lasciando il terzo posto a Loro 1. Nell’arco dell’intera settimana le posizioni erano però invertite, con il film di Paolo Sorrentino al 2° posto a totalizzare 1milione 461mila euro al botteghino. Il dato ci suggerisce l’ascesa prepotente del nuovo film di Ivan Silvestrini, e chissà se e quanto Loro 2, dal 10 maggio in sala, potrà dare manforte al suo episodio precedente. Al 4° gradino abbiamo Escobar – Il fascino del male. Il biopic sul narcotrafficante tiene botta durante questa magra cinematografica portando a casa altri 835mila euro, con quasi 122mila spettatori che gli hanno dato fiducia.

Il 5° e il 6° posto sono delle new entry, americane, manco a dirlo, Game Night e L’isola dei cani. Rispettivamente distribuiti dalle major Warner Bros. e 20th Century Fox, totalizzano nella loro prima settimana 550mila e 430mila euro, con una distanza piuttosto forte che evidenzia come sia vincente per il pubblico nostrano l’appeal del cinema spensierato e scoppiettante su quello autoriale, visionario e di qualità. I due titoli hanno mantenuto le stesse posizioni anche domenica, mentre al 7° posto della settimana si è piazzato Rampage – Furia animale, subito seguito dalla commedia italiana Tu mi nascondi qualcosa all’8° e A Beautiful Day al 9°. Per questi titoli c’è da registrare la discesa di Rampage: 8° posto domenicale a favore dell’ascesa degli altri due.

loro

Chiude la sua settimana con il 10° posto Sherlock Gnomes, che però si è lasciato scalzare la posizione nella giornata di ieri a favore del nuovo ingresso in classifica di Cosa dirà la gente. Family-drama attualissimo della Lucky Red, il film norvegese rappresenta lo sguardo sociale della classifica di oggi. Posto che il flusso Avengers: Infinity War in questo momento del nostro cinema è un risultato incontrastabile, tra le uscite imminenti di nuovi titoli italiani, gli unici che potrebbero fronteggiare bene il botteghino contendendosi le parti basse del podio sono Tonno spiaggiato, con Frank Matano, e l’annunciatissimo Loro 2. Anche se come terzo incomodo potrebbe rivelarsi Si muore tutti democristiani.

Box Office – Dal: 30/04/2018 Al: 06/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 AVENGERS: INFINITY WAR – 3D USA Walt Disney € 6.215.451 875.133
2 LORO 1 ITA Universal € 1.461.497 221.376
3 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 1.117.626 168.773
4 ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE (ESCOBAR) (LOVING PABLO) ESP Notorious Pictures € 835.531 121.920
5 GAME NIGHT – INDOVINA CHI MUORE STASERA? USA Warner Bros. € 555.541 80.891
6 L’ISOLA DEI CANI (ISLE OF DOGS) USA 20th Century Fox € 430.729 64.611
7 RAMPAGE – FURIA ANIMALE USA Warner Bros. € 219.353 32.499
8 TU MI NASCONDI QUALCOSA ITA Eagle Pictures € 195.620 32.043
9 A BEAUTIFUL DAY (YOU WERE NEVER REALLY HERE) GBR Europictures € 142.238 21.409
10 SHERLOCK GNOMES USA 20th Century Fox

 

Box Office – Domenica 06/05/2018

Posizione Film Nazione Distributore Incasso Presenze
1 AVENGERS: INFINITY WAR USA Walt Disney € 785.932 107.448
2 ARRIVANO I PROF ITA 01 Distribution € 255.168 38.464
3 LORO 1 ITA Universal € 247.152 35.818
4 ESCOBAR – IL FASCINO DEL MALE (ESCOBAR) (LOVING PABLO) ESP Notorious Pictures € 130.327 18.326
5 GAME NIGHT – INDOVINA CHI MUORE STASERA? USA Warner Bros. € 106.006 15.394
6 L’ISOLA DEI CANI (ISLE OF DOGS) USA 20th Century Fox € 102.564 15.115
7 A BEAUTIFUL DAY (YOU WERE NEVER REALLY HERE) GBR Europictures € 32.859 4.876
8 RAMPAGE – FURIA ANIMALE USA Warner Bros. € 32.381 4.608
9 TU MI NASCONDI QUALCOSA ITA Eagle Pictures € 29.865 4.745
10 COSA DIRA’ LA GENTE (HVAD VIL FOLK SIGE) NOR Lucky Red € 29.528 4.872

 

I film del weekend sull’isola dei cani e sul continente

Vanno in diverse direzioni i nuovi film in sala questo fine settimana. Dopo la guerra, co-produzione italiana, francese e belga per la regista esordiente Annarita Zambrano, prende la sua vicenda da quelle di cronaca intorno all’omicidio Biagi e al terrorismo di fuggitivi alla Battisti. Decostruita la realtà, la Zambrano imposta il suo personale pastiche drammatico intorno a una famiglia divisa da un grave crimine concentrandosi sulle conseguenze che pagano i familiari del colpevole, pur innocenti. Così, il Giuseppe Battiston ex-terrorista rosso rifugiato in Francia diventa improvvisamente fuggiasco per una nuova legge che gli nega protezione dalla giustizia italiana. La sorella dalla vitalità infranta ha il volto di Barbora Bobulova, mentre la figlia adolescente è interpretata da un’attrice nuova ed energica d’oltralpe, Charlotte Cétaire. I duri cardini narrativi di un tema scottante sono levigati da una regia femminile determinata più verso il fattore relazionale ed emotivo che non su quello documentale, ma la forma estetica che prende è quella di un avvincente noir politico a sfondo familiare.

Con Arrivano i prof passiamo a un titolo più colorato di quanto si pensi. Ivan Silvestrini è un regista giovane che sta esplorando i generi e le proprie qualità. Apertura mentale e professionale non sono sempre scontate nel nostro cinema. Lo stile adottato per questa storiella della classe malandata ondeggia tra il cartoon e il telefilm pomeridiano per teenagers. Claudio Bisio gongola insieme a Lino Guanciale come prof pasticcione per antonomasia, mentre Maurizio Nichetti offre una caratterizzazione quasi muta di un Archimede scolastico sempre invischiato tra esperimenti chimici e modi clowneschi. Dall’altra parte della cattedra Rocco Hunt esordisce sul set con un pluri-ripetente bullo fuori e rapper dentro. Da segnalare la prof con il volto espressivo e promettente dell’ex-Miss Italia Giusy Buscemi. Molto prevedibile nel finale zuccheroso, il film di Silvestrini racconta sì di un liceo, ma si rivolge principalmente a ragazzini molto più piccoli per linguaggio e trovate sempliciotte con risultati spesso sconclusionati. La verità è che rispetto ai film ai quali guarderebbe Arrivano i prof i perdenti destinati al faticoso trionfo hanno poca anima e stentano a sbocciare, così il loro recupero nel finale diventa forzato, non frutto di una crescita dei personaggi strutturata narrativamente.

Passando ai prodotti americani c’è da togliersi il cappello per il nuovo quasi capolavoro di Wes Anderson. Perché quasi? Perché il finale, lunghissimo seppure sensato, reitera una serie di situazioni che potevano accorciarsi. Allo stesso tempo è così ben girato che al ragazzaccio del Texas che guarda il cinema come un europeo glielo si perdona. Anzi, la caratteristica del diluire storie potrebbe farne anche un ottimo narratore per serie tv un giorno. Animazione in stop-motion di pupazzi meravigliosamente strapazzati, questa volta siamo in un Giappone futuribile e intossicato dall’inquinamento dove i cani sono diventati portatori di ogni malattia e per questo confinati quando non soppressi. L’isola dei cani è la storia di un ragazzo giunto sull’isola-discarica al largo di una megalopoli per cercare il suo amico. Anderson lo veste come un astronauta e la sottile parodia al Pianeta delle scimmie non passa inosservata. Sublime estetica delle simmetrie maniacali, regia macchinica, aplomb umoristica irresistibile, colori e animazioni strabilianti come un circo e ritmo narrativo puntuale come un carillon sono un toccasana per gli occhi e il cuore. Spesso si parla in giapponese e i culturemi orientali invadono allegramente lo schermo, anche quando scattano quei ritmi marziali che vorrebbero incutere timore.

Infine, è necessario segnalare A beautiful day. Dargli del nuovo Taxi Driver forse è un po’ azzardato, visto che presenta scansioni, visioni e mood più vicini al cinema di Nicolas Winding Refn. Ad ogni modo abbiamo l’eroe scuro e solitario con le spalle ricurve e la faccia barbuta di Joaquin Phoenix. L’ex-combattente ora fa il mercenario urbano, risolvendo casi in maniera “brutale”. Dovrà riportare la figlioletta rapita di un uomo importante, ma gli si ritorcerà tutto contro, inevitabilmente. Pochissime parole e tanti fatti nel film quasi muto che è stato premiato al Festival di Cannes per Miglior sceneggiatura e Miglior interpretazione maschile. Tra colori acidi e una violenza che disturba quasi più nei suoi risvolti psicologici che per l’efferatezza schermica, la regista Lynne Ramsay propone notti metropolitane tentacolari e nature diurne salvifiche ma impotenti. “Davanti all’ingiustizia può solo una violenza maggiore”, sembra sussurrarci fermamente ogni scena. Tutto è impeccabilmente ordinato nel suo film, ma la follia del buono ossessionato e la perversione di un sistema corrotto fino al midollo fanno da padroni in questo viaggio allucinante dal male alla tentata redenzione.