Un elegante chalet in montagna e una coppia che all’improvviso riceve ospiti inattesi. Entrano un uomo in sedia a rotelle, Alessandro Haber, accompagnato da una Vittoria Puccini in versione bellezza emo. Poi una signora attempata, Isabella Ferrari, insieme a un ventenne, Ludovico Succio. In questo cast ognuno nasconde qualcosa agli altri, e a tenere le fila degli ospiti sgraditi sono i misteriosi padroni di casa Luca Argentero e Ilenia Pastorelli, ai quali si aggiungono la coppia scambista interpretata da Riccardo Scamarcio e Valentina Lodovini, più il contrappunto comico-filosofico di Massimo De Lorenzo e Carlo De Ruggeri, corrieri sfigati tra le nevi, ingaggiati per consegnare una cena di crudi, crostacei e champagne. Si presenta così Cosa fai a Capodanno? commedia nera firmata dallo sceneggiatore, qui regista esordiente, Filippo Bologna.
Scrittore toscano venuto fuori tra romanzi e sceneggiature, Bologna è anche tra gli autori di Perfetti sconosciuti. E questo film ne ricalca la modalità della storia corale in interni tra coppie che pian piano scoprono il gioco. Qui però si punta alla black comedy, e vista qualche situazione pulp, si propone uno stile da fratelli Coen, anche se spesso si sfiora L’ultimo Capodanno di Marco Risi. Ma siamo lontani da quella corrosività dirompente. Complici la presenza di Haber, che nel cult ultrasatirico del ’99 interpretava un notaio sadomaso, qui invece uno scambista guardone. La neve e la notte stringono da fuori questa decina di personaggi infidi e sconosciuti tra loro al calduccio di una magione montana. Il pensiero allora andrebbe anche a The Hateful Eight, il western pulp di Tarantino tutto neve e sangue. La riuscita di Cosa fai a Capodanno? rimane però un tantino diversa.
Sinceramente coraggiosa l’intuizione di mettere insieme così tanti ingredienti all’esordio registico assoluto per Bologna. Il ricco cast lo ripaga abbastanza bene, magari Haber appare un po’ scolastico, ma funzionale al suo personaggio altisonante che s’involerà in una scena madre tutta sua. La coppia Pastorelli/Argentero va forte. Lei raro animale da macchina da presa, talento puro che va per giunta raffinandosi; lui attore umile cresciuto con l’esperienza, e ora, superati i 40 e abbandonato il viso pulito da Postal Market riesce in ruoli sporchi, personaggi con stratificazioni (im)morali da scoprire, tutto intrecciato ad arte con una gamma espressiva in piena espansione. Buone anche le incursioni di Arianna Ninchi e Sidy Diop. Mentre un’altra nota felice sono le musiche di Pasquale Catalano più una selezione di brani editi non male.
Quel che rimane avvolta da qualche difficoltà è la storia. Alcuni nodi risultano forzati e certe linee narrative tra personaggi faticano a ritrovarsi producendo inutili attese e piccoli squilibri nel pastiche. Come nel caso, senza troppo spoilerare, della sparizione di Scamarcio e Lodovini o nel dubbio incontro tra la Ninchi e Succio. Soffre allora anche una regia alle prime armi. Il film non è brutto, scorre tutto sommato discretamente, ma tra cast, coralità narrativa e compresenze numerose sul set, citazioni e importanti rimandi più o meno voluti più un sostanzioso e cercato intreccio dei generi, era un’opera sinceramente difficile per esordire. Bologna ne esce con qualche graffio e cerotto magari, ma nessun osso rotto. L’intrattenimento c’è e la noia se ne sta sempre a debita distanza.
Come pregi spiccano la voglia di un cinema italiano anche un pochino osé. Forse non come il marketing che recentemente ha promosso, o promesso il film, pubblicandone il red band trailer nientemeno che su PornHub. Al cinema dal 15 novembre, e al netto delle sue fragilità, Cosa fai a Capodanno? è un piccolo tassello che potrebbe rivelarsi significativo sul pubblico italiano in quanto a voglia di trasgredire dai soliti dettami buonisti o telefonati della commedia italiana più prevedibile.