Siamo vicini ai Ragazzi del Piccolo Cinema America e alla loro battaglia: sosteniamo il cinema in Piazza San Cosimato così come è stato in questi tre anni e vi spieghiamo perché. Certi che queste ragioni troveranno il sostegno dei nostri lettori e di tutta la comunità di Fabrique du Cinéma a Roma.
200mila spettatori in una piazza pubblica per assistere a una programmazione culturale gratuita, varia e trasversale, film vecchi e nuovi, per grandi e piccoli, non si vedevano da tempo. È dalla spontaneità e della testardaggine dei giovani di questa città che sono arrivati i pochi esempi di vitalità culturale degli ultimi anni. Noi, costretti a sentirci giovani pure a 40 anni, senza soldi, senza certezze, senza protezione, senza futuro. Ma con una voglia di fare che sa riempire i vuoti. Le piazze vuote, gli scali ferroviari abbandonati, le caserme in disuso.
I Ragazzi del Piccolo Cinema America hanno rappresentato la spinta più pura e rivoluzionaria di questo movimento che ha visto sorgere a Roma diverse iniziative legate al cinema e alla fruizione cinematografica, in un momento in cui le sale sono in forte crisi. Eppure già la scorsa estate il Gabinetto del Sindaco aveva provato a negare l’uso della piazza di Trastevere, promettendo poi di risolvere la questione in modo collaborativo. È passato del tempo e ora il Comune ha fatto sapere che intende indire un bando con misure restrittive dell’uso dello spazio pubblico. Fabrique da anni sostiene la più ampia diffusione della cultura cinematografica e il talento giovanile, e per questo da subito abbiamo abbracciato l’iniziativa dei Ragazzi del Cinema America. Continuiamo e continueremo a farlo.
Fabrique lavora per alimentare un clima di fermento giovanile in questa città, una città oggi bloccata, sporca, indebitata, iniqua, in cui pare un ricordo sfocato quell’Estate Romana che alla fine degli anni ’70 aveva rappresentato un momento di apertura, inclusione e crescita culturale. Grazie ad amministratori illuminati questa città divenne addirittura un modello per molte altre in Italia e nel mondo. È anche grazie all’Estate Romana che il concetto di consumo culturale divenne positivo, un consumo alla portata di tutti e elemento di aggregazione. Gli eventi nelle piazze, e il cinema in particolare, sono stati un mezzo per unire i romani e dare loro una via d’uscita (uscita di casa, in anni incupiti dalla paura). Cultura alta e cultura bassa si sono fuse anche grazie a quell’esperienza.
La libertà d’espressione nelle iniziative portò a una fioritura contagiosa di altre iniziative. «Il profilo delle manifestazioni romane contiene in sé la ricerca di una dimensione politica alternativa in grado di conseguire non tanto la prefigurazione di un avvenire ipotetico possibile, la formulazione di modelli di società virtuosa, ma la capacità di scegliere quegli elementi che sono in grado di produrre movimento, di formulare nuove ipotesi, di rinnovare la cultura e la politica stessa». Lo disse l’assessore alla cultura Renato Nicolini, nel 1982, ed è in queste parole che sta il senso di una visione che sosteniamo ancora oggi con i Ragazzi del Cinema America. È da loro che un amministratore dovrebbe andare per dire grazie, per confermare la gestione felice e etica di una piazza centrale, se non addirittura affidare loro la supervisione di altre esperienze periferiche da mettere a bando per altre associazioni libere o da privati che lavorino al bene comune.
L’America può essere ovunque, basta saperla vedere.