A fine anni novanta lo vedemmo per la prima volta sullo schermo di MTV Italia Francesco Mandelli. Al tempo era un adolescente curioso, un po’ brufoloso e saputello che duettava allegramente con Andrea Pezzi in un talk sperimentale chiamato Tokushò, e il suo soprannome era Nongiovane. Ora il Nongio è cresciuto, ha fatto tanta tivù, cinema come attore, e la Festa del Cinema di Roma corrisponde al suo esordio dietro la macchina da presa. Bene ma non benissimo prende il titolo da una canzone di Shade, stella rap del nuovo panorama discografico rivolto agli under 18, presente anche guest-star.
Una ragazzina si trasferisce insieme al padre dalla Sicilia a Torino, dove dovrà affrontare compagni di classe bulli e un compagno di banco timidissimo. L’una paffutella, l’altro proveniente da famiglia molto agiata attraverseranno insieme piccoli e grandi problemi adolescenziali per integrarsi nella classe. Il plot parte da presupposti e cliché piuttosto semplici ma scorrendo si rinforza con tante buone trovate che complicano piacevolmente il film moltiplicandone i temi. Così oltre al bullismo si tocca l’immigrazione interna. Quella che ci siamo dimenticati, dal sud al nord, di chi per lavorare cambia città e vita.
Si esplora il rapporto padre/figlia, dove manca la madre. Rosario Terranova e Francesca Giordano sono Salvo e Candida. Lei è un piccolo tornado, sia nel personaggio che come attrice. Una bella rivelazione proveniente dalla Trinacria. Senza spoilerare troppo, il ruolo della madre lo veste Maria Di Biase, caratterista proveniente dal cabaret di Mediaset capace non solo di far sorridere, ma anche di toccare tasti più melodrammatici utilizzando un linguaggio strutturalmente comico. Abbiamo addirittura un cameo di Ugo Conti, mentre i genitori dell’amichetto ricco di Candida hanno i volti di Gioele Dix e Euridice Axen.
La macchina da presa di Mandelli cerca la spettacolarità del quotidiano. Condisce i panorami su Torino e Terrasini con pezzi musicali pop. Diverse sonorità sono in stile anni ottanta, a un certo punto buca anche un pezzo dei The giornalisti. Quella sana ingenuità narrativa che caratterizza tanti film della stessa epoca abbelliscono la superficie di questo esordio che superficiale, invece, non è. Mandelli, imbastendo un melò per famiglie, si confronta con bullismo e amicizia tra adolescenti, rapporti genitoriali. L’esordio resta convincente nonostante alcune piccole leggerezze tecniche e qualche incertezza nella scrittura di certi dialoghi. Alla base però c’è una storia raccontata a viso aperto. La sua morale bonaria ne fa un film perfetto per tutta la famiglia ma anche per visioni organizzate dalle scuole.